« Ogni produttore conosce meglio di chiunque altro le leve d’azione su cui può agire. »

25 Aprile 2023 | Notizie

« Ogni produttore conosce meglio di chiunque altro le leve d’azione su cui può agire. »

Yann Arthus

Nel corso dei suoi viaggi, il fotografo Yann Arthus-Bertrand ha percorso tutto il pianeta e da molti anni è impegnato nella sua salvaguardia. Con la sua fondazione GoodPlanet, riconosciuta di pubblica utilità dal 2005, spinge la sua azione oltre impegnandosi nell’educazione ambientale e nella lotta ai cambiamenti climatici. 

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Molti di noi ricordano le immagini di Yann Arthus-Bertrand pubblicate nel suo libro “La terra vista dal cielo”; in particolare quella di un’isola a forma di cuore in mezzo alle mangrovie della Nuova Caledonia, che è diventata l’emblema della sua opera. Un incontro con un ecologista innamorato della Terra e delle persone che la popolano.


Secondo lei, per riuscire a combattere il cambiamento climatico bastano le azioni individuali, o serve un impegno molto più ampio da parte dell’industria?

Non vedo alcuna differenza tra l’impegno individuale e quello delle imprese. L’importante è che siamo tutti consapevoli di ciò che sta accadendo. Ho appena tenuto una videoconferenza di fronte a mille bambini di una scuola in Belgio, e ho avuto difficoltà ad esprimermi, perché i giovani di oggi ci parlano della fine del mondo, della distruzione del pianeta...

Eppure continuiamo ad essere incapaci di fermare la crescita ad ogni costo. Più sono forti gli allarmi dell’IPCC, più continuiamo a emettere CO2. Siamo completamente incoscienti. Sappiamo d’altra parte che basterebbe ridurre annualmente il consumo di combustibili fossili del 5% per raggiungere il nostro obiettivo… Il che è impossibile finché ci troviamo in un sistema dove la crescita è una specie di tirannia, di religione; perché è la crescita che finanzia anche il funzionamento degli Stati, degli ospedali, ecc... La nostra vita quotidiana è condizionata dalla crescita: il nostro potere d’acquisto, il nostro lavoro… Ma questo non deve impedire a tutti noi di fare qualcosa. Anche un produttore di biancheria da letto può fare qualcosa. Le aziende sono gestite da persone, non da robot. A differenza dei politici che alla fine sono “gestiti” dagli elettori. Quindi l’impegno personale è fondamentale.

La sua fondazione Good Planet propone una carta GoodPME per le imprese. Qual è il ruolo che sono chiamate a svolgere?

Ogni produttore conosce meglio di chiunque altro le leve d’azione su cui può agire. Se sei un produttore di materassi e ti chiedi quali materiali utilizzi nei tuoi prodotti, come li trasporti, da dove provengono, se pensi al riciclo o ai modi per ripararli, il tuo approccio individuale avrà conseguenze globali. Ogni dirigente d’impresa può aggiungere ulteriore significato alla sua azienda e renderla più virtuosa. L’importante è agire. Secondo me, agire rende felici. Le imprese hanno un ruolo enorme da svolgere; non bisogna dimenticare che il denaro per la crescita proviene esclusivamente da loro: sono loro che fanno girare l’economia di un Paese. In questo senso giocano un ruolo di primo piano, molto più importante di quello di uno Stato, io credo. Sono loro ad avere la chiave.

« Ogni volta che mostro la bellezza, ho l’impressione di mostrare qualcosa che è molto al di sotto della realtà che ho visto. »
— Yann Arthus-Bertrand

Da un punto di vista più personale, quali cambiamenti comportamentali ha introdotto per limitare le emissioni?

Ho smesso di mangiare carne. E sto cercando di eliminare anche i latticini per evitare la sofferenza degli animali. Naturalmente, se si mangia il formaggio degli alpeggi svizzeri, questo non è necessario. Ma purtroppo, in Francia, tre quarti dei formaggi che consumiamo sono di produzione industriale. Se ci si può rifornire dai piccoli produttori di carne che allevano maiali o mucche in modo corretto e su piccola scala, anche questo va bene. A ciò si aggiunga il fatto che non prendo più un aereo da 5 anni. Avrei potuto iniziare prima, ma tant’è... Per “LEGACY, la nostra eredità”, l’ultimo film che ho realizzato, abbiamo riciclato immagini che avevamo già girato per evitare di viaggiare e abbiamo anche ordinato delle immagini a dei dronisti in loco.

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Da molti anni sensibilizza le persone alla tutela dell’ambiente attraverso la bellezza dei paesaggi del nostro pianeta. Questo metodo dà migliori risultati rispetto alle immagini negative?

Purtroppo non credo che una bella foto di un ghiacciaio, di una montagna, di un deserto possa da sola cambiare il mondo. E la bellezza è anche nell’azione delle persone che amano, condividono, donano... Questa bellezza si chiama amore, in fin dei conti. I miei film Woman e Human sono importanti per me, perché parlano di qualcosa di diverso dalla mera bellezza del mondo. Ci rassicura dire che la bellezza cambierà il mondo. Ma secondo me sono solo belle parole. Posso anche dire che ogni volta che mostro la bellezza, ho l’impressione di mostrare qualcosa che è molto al di sotto della realtà che ho visto. E non c’è bisogno di andare in Sud America per vedere la bellezza; è lì vicina a casa, nel bosco... Nell’armonia della natura, tutta intorno a noi.

Ha girato il film sulla Convenzione dei cittadini per il clima. Cosa le rimane di questa esperienza?

Il fotografo ambientalista Yann Arthus-Bertrand è stato nominato nel 2009 “Ambasciatore di Buona Volontà” del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
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